thumb_arkeoAneddoti, ricordi, segni del passato che si intrecciano in un percorso affascinante disegnando l’evoluzione dell’economia di un luogo e, attraverso quella, l’identità collettiva di un intero popolo: il libro “Guida all’archeologia industriale della Toscana”
presentato martedì 5 giugno al Teatro “Giuseppe Verdi” di Santa Croce sull’Arno nel corso di un evento coordinato dal Comune di Santa Croce e con la partecipazione dell’Assoconciatori,  diventa spunto per un’interessante indagine tra il passato e il presente più industrioso della Toscana.

Con l’ autore del libro Giuseppe Guanci e l’editore Marco Nucci, “NTE edizioni”, intervenuti alla presentazione il sindaco di Santa Croce sull’Arno Osvaldo Ciaponi e il presidente dell’Associazione Conciatori Franco Donati. Ad introdurre i lavori Cristiana Torti, docente presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa, che ha saputo coinvolgere la folta platea di studenti presenti al Teatro, tra cui quelli dell’Istituto “ITC Cattaneo” di San Miniato accompagnati dal loro vicepreside, professore Roberto Finocchi, con curiosità, dati, documenti storici anche sul processo di evoluzione della concia in Toscana, e, parallelamente ad esso, sulla crescita socio-economica dell’intera Regione. Nella “Guida all’Archeologia Industriale della Toscana”  l’industria conciaria concorre a tracciare un file rouge che si snoda in circa due secoli di storia, tra antichi mulini, fornaci, sentieri, bottali e campagne fertili lungo le sponde dell’Arno, attraverso immagini e testimonianze, fotografie e documenti preziosi che ne fanno una inesauribile risorsa utile anche per scoprire al meglio la cultura della Toscana. 

Un’occasione, la presentazione del testo, anche per un interessante viaggio nel tempo da parte delle più giovani generazioni, alla scoperta della storia che le riguarda più da vicino, come sottolineato dal sindaco Ciaponi e dal presidente Donati, che hanno invitato gli studenti presenti in sala e provenienti dall’area del Distretto toscano della pelle, ad essere sempre consapevoli e fieri delle risorse prodotte dalla loro terra, frutti fecondi le cui solide radici affondano in un passato da conoscere per avere una più piena consapevolezza anche del presente.
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